La cascata ghiacciata di Gullfoss
di Federica Bellantoni
Alla domanda
che qualcuno mi ha posto a riguardo del perché l’Islanda come meta di viaggio
rispondo che il motivo è di certo il sogno, le narrazioni di viaggio, gli studi
scolastici ma arrivando lì mi accorgo che c’è qualcosa di ancora più forte, di
primitivo, quasi ancestrale che va oltre a tutto ciò che avevi sentito dire
prima.
E se dovessi dargli un nome sarebbe proprio quello di un ritorno
all’animismo, sono gli elementi naturali a pervaderti profondamente ed è
sostanzialmente il vento, l’aria ciò che più mi è rimasto in modo indelebile
impresso nella memoria. Alla fine del viaggio quella sensazione di purezza
resta indelebile e con essa il ricordo di un discorso di una guida locale sulla
specificità del codice genetico degli islandesi tanto studiato e utilizzato per
esperimenti e cure (vedi link)e mi dico che non può che essere così. Svuotando
la mia valigia mi sorprendo a canticchiare un verso di De Andrè: “L’invidia di
ieri non è già finita; stasera v’invidio la vita”.
Bambini presso la Laguna Blu, rinomato centro geotermale dell'isola
Chiesa Hallgrìmskirja. Fu costruita in 34 anni (dal 1940 al 1974) e dedicata a Hallgrimur Pétursson (1614-1674), poeta e pastore, autore di salmi più famoso d’Islanda.
Ospita un organo con 5275 canne.
Una chiesetta sull'Oceano
Paesaggio con geysers
Harpa, sala concerti e centro
culturale
La piana di Bláskógar, poi denominata Þingvellir, ovvero Pianura dell’assemblea, presso Reykjavik.
Nella piana, sin dal X secolo, si riunivana l'Assembela Nazionale d'Islanda. FU, di fatto, il primo Parlamento nazionale d'Europa.
La pianura dell'Assemblea
La capitale Reykjavik al tramonto
La cascata Skógafoss
Ancora la cascata Skógafoss. Il pulviscolo d'acqua, incontrando i raggi del sole,
origina meravigliosi arcobaleni
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