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L'area del Circo Massimo vista dalla sommità del Palatino. Era nota come Valle Murcia; ospitò numerose celebrazioni religiose. Fu teatro anche del cosiddetto ratto Delle Sabine, di età romulea |
Questa cronologia vuol solo essere d'aiuto per una pur sommaria descrizione degli avvenimenti delle origini di Roma, e utile, soprattutto, per la comprensione del prossimo post sulle quattro nascite di Roma.
* * * * *
1500
a. C. circa
Regno
solitario di Giano assieme alla moglie-sorella Camena sul
Gianicolo/Campidoglio. È un'età ancora indistinta, in cui uomini e dei, natura
e civiltà si scambiano vicendevolmente caratteri e aspetto.
Ecco
Macrobio (1):
"Su
questa terra che ora viene chiamata Italia, regnò Giano ... questo Giano ospitò
Saturno, giunto presso di lui per mare, e da lui imparò l'esperienza dei campi,
migliorando così il vitto precedente, che era ferino e rozzo prima che si
conoscessero le biade; e in ricompensa lo associò al regno".
La
sintesi più poetica di tale scorcio protostorico lo dà Virgilio, nella rievocazione di Evandro a Enea (2):
"Questi
boschi gli indigeni, Fauni e ninfe, popolavano e una razza umana nata dai
tronchi delle dure querce, priva di norme e di cultura, dei gioghi che
s'impongono ai tori o di ammassare le messi ignara, o di riporre i prodotti:
con gli alberi, invece, ma anche con l'aspro vitto della caccia si nutrivano ..."
1350-1235
a. C. circa
Quell’età
silvana subisce un impulso al progresso coll’avvio dell'età di Saturno. Ancora
Virgilio:
“Per
primo ... venne Saturno ... lui quella razza indocile e dispersa per gli alti
monti adunò, stabilì le leggi ... d'oro ... sotto quel re furono i secoli: così
placidi i popoli in pace reggeva” (3)
"Il padre Giano fondò una rocca, l'altra Saturno,
una si chiamava Gianicolo, l'altra Saturnia [il Campidoglio]" (4)
Parco di Bomarzo. Ercole uccide Caco |
Siamo
ancora nella leggenda; per essa s’intende una trasfigurazione poetica
dei primi indizi storici: essi vedono l'insediamento
dei Siculi, col re eponimo, Siculo, in Saturnia (colle del Campidoglio) e sul
Cermalo (parte del futuro Palatino) e di numerose località vicine (fra cui Praeneste,
l'attuale Palestrina).
Lo conferma Dionigi d'Alicarnasso:
"Si
dice che i più antichi abitatori della città, che ora è abitata dai Romani e
che domina la terra e il mare, siano i Siculi, e cioè una popolazione barbara e
autoctona" (5)
È
anche il tempo di Caco, figura semileggendaria di ladro, mostro e gigante,
generato sul Cermalo/Palatino da Vulcano e Maia (da notare che sul Palatino esiste
una scala di Caco che sale dalla zona del Circo Massimo sino al Cermalo, ove si trovano capanne d'età romulea); la sua spelonca si trovava sull'Aventino.
Così Dante, per bocca proprio di Virgilio, ricorda il bandito, e l'episodio della sua uccisione:
“Lo
mio maestro disse: "Questi è Caco,
che,
sotto ’l sasso di monte Aventino,
di
sangue fece spesse volte laco.
Non
va co’ suoi fratei per un cammino,
per
lo furto che frodolente fece
del
grande armento ch’elli ebbe a vicino;
onde
cessar le sue opere biece
sotto
la mazza d’Ercule, che forse
gliene
diè cento, e non sentì le diece" (6)
L'uccisione
del ferino Caco da parte di Ercole simboleggia la cacciata dei Siculi dal Lazio
e da Roma da parte degli Aborigeni (etimologia: ab origines), popolazione
autoctona che si fuse, come vedremo, con popolazioni greche.
I Siculi furono scacciati nel
meridione d'Italia, quindi s'insediarono nella parte orientale dell'isola cui diedero il nome, sconfiggendo i
Sicani (relegati nella zone ovest).
Questa è l'epoca di Evandro, Ercole, Enea, degli eroi che, liquidando il mondo pastorale precedente, pongono le basi per la storia di Roma e dell'impero cantato da
Virgilio.
Antiche cisterne sul Palatino |
1253
a. C.
Approdo di Evandro, da Pallantion nell’Arcadia, alle pendici del Palatino
ove fonderà l'abitato di Pallantium (il Palatino, allora formazione roccioso
ricoperta di querceti è l’antico approdo del fiume). Evandro è un semidio,
figlio di Hermes e Themis Carmenta. Scrive l'archeologo Andrea Carandini:
"[Gli Arcadi] furono bene accolti furono
bene accolti da Fauno [padre di Latino] il quale discendeva da Pico, che
discendeva a sua volta da Marte, e il re concesse loro di insediarsi sul
Palatino. Alle pendici del monte verso il Tevere gli Arcadi formarono un
abitato chiamato Pallantium ... che si sarebbe trasformato in Palatium, e alla
radice di quel monte istituirono un culto a Pan Liceo, in un santuario chiamato
Lykaion; in termini indigeni il culto era rivolto a Fauno Luperco, cioè lupo e
capro, e il santuario era il Lupercal" (7)
Statua della Magna Mater presso il Museo Palatino. Un tempio dedicato alla Grande Madre era presente sul Palatino/Cermalo
1235
a. C.
Sbarco di Ercole al Palatino, che uccide Caco (8).
L'Ara Maxima di Ercole sorgeva ove ora è sita la Basilica di S. Maria in Cosmedin, a
Piazza Bocca della Verità.
All'eroe parte della tradizione ascrive anche la
costruzione del ponte Sublicio (il più antico dell'urbe, oggi scomparso). Campeggiava nei pressi dell'Isola Tiberina.
1215
a. C.
Inizio del regno di Latino.
1184
a. C. e oltre
Capitolazione di Troia. Viaggio di Enea e successivo sbarco a
Laurento (circa dieci miglia dalla futura Roma); qui è accolto da Latino. Enea
è figlio di Anchise e Venere; Latino di Fauno, nonché discendente di Pico e
Marte. L'unione di Troiani e Italici/Latini congiungerà così le due importanti
deità.
Latino
dà in moglie la propria figlia Lavinia a Enea.
Il viaggio di Enea |
1182
a. C.
Fondazione della città di Lavinio, oggi Pratica di Mare (9)
Dopo
1182 a. C.
L'unione fra Enea e Lavinia provocherà la reazione di Turno, re dei
Rutuli (figlio di Dauno e della ninfa Venilia) cui era stata promessa (10), anche per volere della moglie di Latino, Amata.
Seguiranno
due guerre contro i Rutuli. Nella prima morirà Latino; la seconda, vittoriosa,
avvenuta dopo che Enea avrà federato Troiani e Italici sotto lo stesso nome di
Latini (11), verrà combattuta contro Turno e il suo potente alleato
etrusco (Mezenzio, re di Cere); vi troverà la morte lo stesso Enea. Livio commenta:
"La
battaglia fu vittoriosa per i Latini, e per Enea fu l'ultima delle sue gesta
mortali ... fu sepolto presso il fiume Numicio [il Rio Torto, fra Ostia e
Ardea; Ardea era regno di Giuturna, fratello di Turno] ora lo chiamano Giove
Indigete" (12)
Il
fiume Albula (ovvero il Tevere) divenne confine fra la potenza etrusca e
quella, insorgente, dei Latini.
1152
a. C.
Fondazione di Alba Longa (sul monte Albano) da parte di Ascanio, figlio
di Enea e Lavinia.
Secondo una tradizione diversa il figlio d'Enea era Iulo,
avuto non da Lavinia sul suolo laziale, ma da Creusa a Troia: tale leggenda fu
avvalorata dalla gens Iulia (da Giulio Cesare e Ottaviano Augusto) per
rafforzare miticamente il prestigio della dinastia.
1152-753.
Discendenza di re albani. Livio:
“[Dopo
Ascanio] sale al trono Silvio, figlio di Ascanio, così chiamato perchè era nato
in una selva. Egli genera Enea Silvio e questi a sua volta Latino Silvio, dal
quale furono fondate alcune colonia, chiamate dei Prischi Latini. A tutti i re
che regnarono in Alba rimase il cognome di Silvii. Da Latino nasce Alba, da
Alba Atis, da Atis Capis, da Capis Capeto, da Capeto Tiberino, che morto
annegato nel fiume Albula lasciò al fiume il nome lasciato dai posteri. In
seguito regna Agrippa, figlio di Tiberino, e dopo Agrippa, ricevendo il governo
dal padre, Romolo Silvio. Questi ucciso da un fulmine lasciò il regno ad
Aventino, il quale sepolto su quel colle che ora è incluso nella cerchia
cittadina di Roma diede il nome al colle stesso. Gli succede Proca, che genera
Numitore e Amulio, e lascia l'antico regno della gente Silvia a Numitore
..." (13)
Ricostruzione del Foro di Augusto con la sequenza dei re di Alba Longa |
Le vicende seguenti (Romolo che ascende al trono di Roma, da lui fondata), è dato per accenni e verrà approfondito nel prossimo post, incentrato sulle quattro nascite della Città Eterna.
Amulio
detronizza Numitore, stermina la sua discendenza maschile e relega la figlia
Rea Silvia alla verginità vestale. Rea Silvia, però, verrà fecondata dal dio
Marte; Amulio darà ordine di gettare il frutto di quell'unione, i gemelli
Romolo e Remo, nelle acque del Tevere.
I gemelli vengono salvati
dal pastore Faustolo e dalla moglie Larentia (dopo l'allattamento d'una lupa)
presso il fico Ruminale, alle pendici del Palatino.
Morte
Amulio e restaurazione al trono di Alba Longa del legittimo sovrano Numitore.
753
a. C.
Fondazione di Roma da parte di Romolo.
63 a. C.
Il 23 settembre nasce Ottaviano Augusto, nella zona
del Palatino nota come Testa di Bue (ad Capita Bubula, verso il futuro
Colosseo).
42
a. C.
Acquisizione da parte di Ottaviano di diversi lotti sul Palatino.
Edificazione della sua prima casa, nei pressi delle capanne di età romulea.
36-28 a. C.
Acquisizione di altri lotti sul Palatino. Seppellimento della prima casa ed
edificazione della dimora imperiale augustea che ingloberà, nei sotterranei,
anche il Lupercale.
325-326
d. C.
Costruzione della Basilica di S. Anastasia.
326 d. C.
Celebrazione a S. Anastasia del primo Natale cristiano di Roma.
* * * * *
(1) Macrobio, Saturnalia, I, 7, 19, 21
(2) Virgilio, Eneide, VIII, 314-318
(3) Eneide, VIII, 319-325
(4) Eneide, VIII, 357-358
(5) Dionigi d'Alicarnasso, Antichità Romane, 1,9, 1
(6) Dante Alighieri, Inferno, XXV, 25-33
(7) Andrea Carandini, La casa di Augusto. Dai Lupercalia al Natale
(8) Anche Virgilio narra di tale impresa. Vedi Eneide, VIII, 185-267
(9) Antichità Romane, I, 62
(10) Eneide, VII, 55-57
(11) Tito Livio, Ab urbe condita, I, 2, 4
(12) Ab urbe condita, I, 2, 6
(13) Ab urbe condita, I, 3, 6-10
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